venerdì 11 gennaio 2013

01. Triloka Kutumbin – L’uomo di famiglia cosmica

(dal testo “Facets of Brahman, or the Hindu Gods” by Swami Chidbhavananda)

Il monte sacro Kailas è il centro dell’universo così come un cerchio ha il suo centro. Ma qui c’è un paradosso, il centro Kailas è ovunque e la sua circonferenza in nessun luogo a motivo della sua infinità. Sankara Makadeva, il grande Dio, è maestosamente seduto in questo santuario cosmico.

Da Lui emana conoscenza, saggezza e illuminazione. Pace e beatitudine hanno dimora in Lui.

Accanto a Lui è graziosamente seduta Uma, la Madre Cosmica, sua eterna sposa. Essendo la Madre dell’Universo essa è immensa in amore e tenerezza.

Dai loro due figli Ganesha, il più anziano, ha preso posto a lato del padre, Conoscenza e saggezza sono le caratteristiche di questo figlio immobile. In grembo alla madre sta Kartikeya, il figlio più giovane.

Questi giovani si distinguono per azioni e valore, non si può concepire una cosa più benedetta di questa. Padre, madre e figli sono tutti notoriamente dotati di caratteristiche divine. In famiglia non esiste alcuna esigenza. In essa regna suprema felicità. La saggezza nella sua pienezza e l’amore nella sua abbondanza hanno reso questa casa perfetta e invitante.

Questo è il quadro che la famiglia di Shiva presenta nella sua veste ordinaria, ma questo assetto non è totalmente libero da anormalità. Per comprendere le sue vicissitudini bisogna analizzare i dettagli famigliari.

Negli affari domestici di Shiva creature di varie specie e di funzioni divergenti hanno i loro propri posti.

Egli ha scelto un robusto toro per servirsene come veicolo. Questa bestia da soma sta comodamente sdraiata in prossimità del suo signore, ruminando contemplativamente. Fretta e preoccupazione non hanno spazio nel suo lavoro sempre utile. Quando chiamato al dovere lo esegue con la solita facilità e tenacia.

Accanto al toro si trova un’altra bestia opposta a lui sotto tutti gli aspetti. Con le zampe stese in avanti e la testa dignitosamente eretta giace maestosamente un leone, di fronte alla Madre Cosmica. Ella ha opportunamente scelto questo re degli animali per il suo trasporto, poiché in esso vi è potere e coraggio.

C’è poi un altro strano fatto: un topo ha trovato il suo spazio in questa famiglia. A intervalli, questa minuscola creatura balza qui e là e mordicchia i commestibili che si trovano attorno. Ganesha, il figlio maggiore, ha scelto questa agile creatura come suo veicolo, indicando con ciò che al livello spirituale l’enorme e il piccolo sono considerati allo stesso modo.

Il fratello più giovane ha scelto un pavone per cavalcatura. Questo per suggerire che il secondo figlio è il depositario di tutta la bellezza.

L’assetto è completato con un velenoso e terribile cobra strisciante qua e là sul capo del Signore Shiva.

L’universo intero è la famiglia di Shiva. Tutti gli esseri, dal più nobile al più vile, hanno il loro posto specifico e la propria funzione nel lavoro del cosmo. Nulla in esso è superfluo, nulla è senza scopo.

Non sempre la pace e la beatitudine regnano nella famiglia di Shiva. Di tanto in tanto vi si insediano scompiglio e agitazione. La confusione sopraffà tutta la casa. Ganesha e Kartikeya, che di solito hanno un rapporto fraterno, di tanto in tanto sgarrano.

Ogni tanto all’inquieto più giovane viene in mente di pizzicare le orecchie a sventola del fratello maggiore dalla testa di elefante. Ed egli, a sua volta, assesta una botta secca sulla testa del più giovane. Ne risulta una baruffa da ragazzi. Proprio allora il topo esce fuori per procurarsi un bocconcino prelibato che aveva avanzato, ma in un baleno la povera piccola creatura viene a trovarsi tra i denti del mortale cobra che lo ha attaccato.

Anche la posizione del serpente non è in alcun modo sicura. In un batter d’occhio il pavone inferisce un colpo mortale al rettile. Tutto d’un tratto il leone balza su, scrolla la sua criniera e ruggisce adirato. Questo sviluppo inatteso fa si che il toro atterrito ripieghi la sua coda e fugga per salvarsi la vita. La calma lascia il posto al trambusto in men che non si dica.

Anche gli elementi hanno la loro parte sia nell’armonia che nel disordine, in Natura.

Shiva ha il Gange che sorge dai suoi arruffatissimi ricci di capelli. In una mano Egli tiene il Fuoco Ardente. Questi due elementi – acqua e Fuoco – sulla persona di Shiva indicano che tutti i cinque elementi – terra, acqua, fuoco, aria e etere – sono i costituenti del Corpo Cosmico di Shiva. Questi elementi possono concorrere sia all’armonia che al disordine nella Natura. Shiva deve stare attento che l’acqua del Gange, che fluisce dalla sua testa, noon spenga il fuoco che arde nella sua mano.

Terremoti, inondazioni, incendi e cicloni. Queste sono le furie della Natura che teologicamente è considerata come “casa di Shiva”.

Il funzionamento del cosmo, l’origine, l’accrescimento, l’evoluzione e la perfezione delle creature, questi eventi sono tutti rappresentati allegoricamente come mantenimento della famiglia del Grande Dio. In essa la creazione, la conservazione e la distruzione sono gli eterni fattori.

Un universo si manifesta e poi sparisce dopo un altro univeerso. Gli esseri si incarnano, evolvono attraverso serie di nascite e morti, progrediscono verso la perfezione e alla fine si immergono nell’assoluto, mentre nel processo di passare attraverso l’esistenza mondana ci sono innumerevoli alti e bassi, un certo numero di prove e tribolazioni, buona e cattiva sorte, sorrisi e lacrime, amici e nemici, successi e fallimenti, sostegno e opposizione.

La famiglia di Shiva è piena di cose buone e cattive, ed anche di esseri buoni e cattivi. Le persone illuminate comprendono che il male è tanto necessario quanto il bene. Entrambe contribuiscono alla crescita e all’evoluzione degli esseri. Nessuna perfezione è possibile senza passare attraverso un rigoroso addestramento. La casa di Shiva è il terreno di allenamento.

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